Pantelleria

Apr22

CALA GADIR

Si raggiunge facilmente imboccando una strada asfaltata che si trova sulla sinistra della perimetrale, seguendo le chiare indicazioni. Il nome Gadir deriva dall’arabo e significa conca d’acqua, anche se qualcuno ipotizza un’origine semitica che indicherebbe un luogo protetto. Gadìr è una contrada con un piccolo villaggio sul mare, costituito da caratteristiche abitazioni tipiche di un borgo marinaro, disposte a semicerchio attorno ad un suggestivo porticciolo, facile ormeggio per le piccole imbarcazioni. La Cala di Gadir è una località conosciuta ed apprezzata fin dall’antichità per la presenza di acque termali, circoscritte in vasche scavate nella roccia, in cui la temperatura varia dai 40 ai 55° C. Queste acque dolci contengono sali minerali di provata efficacia terapeutica, ideali per la cura di artrosi e reumatismi. Sulle pareti delle vasche nasce un’alga indicata per curare sinusiti, raffreddori e piccoli problemi alle vie respiratorie.

Furono i Fenicio-Punici i primi ad apprezzare gli effetti curativi di queste acque. Il sito di Gadir offre inoltre un interessante percorso archeologico subacqueo, poichè nelle acque antistanti il porticciolo si trovano due relitti: il primo, databile tra la fine del lll e la prima metà del II secolo a.C., probabilmente trasportava anfore puniche e greco-italiche; il secondo relitto,databile tra la fine del ll e gli inizi del I secolo a.C., trasportava anfore prodotte nell’area cartaginese insieme ad altre romane.

IMMERSIONE E ARCHEOLOGIA

Ambiente roccioso e sabbioso, profondità 10/30 metri, visibilità ottima, corrente debole, difficoltà facile, immersione da terra e dalla barca.

La colata di roccia forma vari canali dove si possono trovare nudibranchi, polpi, cernie e murene. Il porticciolo di Cala Gadir è stato per gli antichi marinai dell’isola un luogo dove potersi riparare dalle mareggiate e scaricare le proprie merci. A testimonianza dell’importanza che questo approdo ha avuto in tempi passati, sono i numerosissimi resti di anfore che giacciono a pochi metri di profondità, quasi all’interno dell’approdo. Si tratta di un contesto integro dell’originaria disposizione del carico di un relitto. Lo studio delle anfore recuperate ha permesso però di identificare la presenza di almeno due relitti databili tra il III e II secolo a.C.. ll percorso archeologico si sviluppa seguendo una colata di roccia vulcanica che termina a circa 30 mt di profondità, in una distesa di sabbia bianca.

E’ proprio in quest’ambito che viene realizzato il primo itinerario archeologico subacqueo di Pantelleria. Si tratta dell’installazione, da parte della Soprintendenza del Mare nell’ambito del progetto STARS, di un sistema di telecamere che rimanda le immagini sul web tramite il sito della Soprintendenza stessa. La visita oltre ad essere in diretta può essere anche interattiva poiché l’utente attraverso il sito può guidare le telecamere su un binario e mettere a fuoco particolari, azionando l’obiettivo. Le anfore, sono in maggior percentuale anfore puniche di varia tipologia, cosa che sottolinea l’importanza commerciale di Pantelleria nelle rotte cartaginesi del Mediterraneo antico. Il percorso inizia a circa 18 mt di profondità, i reperti presenti sono stati tutti etichettati con pratiche lavagnette grazie alle quali i sub possono apprendere la tipologia del reperto, il suo utilizzo e l’epoca di produzione. Tra i vari e splendidi reperti segnaliamo un bellissimo ceppo d’ancora in piombo di circa 3 quintali di peso, due bellissime anfore puniche, un tre quarti di anfora romana e due paramezzali appartenenti ad un antico relitto. Immersione obbligatoria per chi ha deciso di visitare i fondali dell`isola, uno splendido tuffo nel passato.

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Mar28

Le Favare di Pantelleria

Il paesaggio delle Favare vi lascerà a bocca aperta: un mix di roccia e vegetazione da cui escono getti di vapore acqueo. Ci troviamo sulle pendici della Montagna Grande e per arrivarci dobbiamo percorrere un sentiero che parte da Rekhale.

Le rocce da cui fuoriescono i vapori hanno assunto nel tempo un colore rossastro.

I contadini, un tempo, hanno costruito un sistema di canalizzazione ricavato naturalmente nella roccia per permettere di raccogliere l’acqua in vasche da utilizzare per abbeverare gli animali.

Le Favare sono getti di vapore d’acqua che possono raggiungere anche i 100°C e che fuoriescono da fessure della roccia ad intermittenza, accompagnati qualche volta da emissione di anidride solforosa e da acido solfidrico.

Le rocce alterate dai gas acidi e dal vapor d’acqua caldo hanno assunto nelle vicinanze delle bocche un color rossastro-mattone, visibile già da lontano.

Il vapore a contatto con l’aria più fredda si condensa in goccioline d’acqua che, con un primitivo sistema di canalizzazione, viene raccolta in piccole vasche scavate nella roccia ed utilizzata per abbeverare gli animali da allevamento.

Alla Favara Grande, i contadini, per favorire ed aumentare la condensazione del vapore, hanno ricoperto le bocche terminali con canne e rami secchi di alberi

Feb13

Il Cappero di Pantelleria

Il cappero è un arbusto con un’altezza media di 30–50 cm con dei fiori molto vistosi bianchi e rosa con punte di viola.

Tra la fine di maggio e settembre comincia la fioritura e con essa la raccolta dei bottoni floreali non ancora aperti. Devono essere raccolti in modo tempestivo, prima dell’alba e appena germogliati. Quelli di dimensioni minori divengono, dopo la maturazione, il prodotto migliore.

Una volta raccolti vengono messi a maturare in salamoia in sale marino. La maturazione è un passaggio obbligato, allo stato fresco i capperi sono amari e di gusto sgradevole. I capperi messi a maturare nel sale marino (circa il 40% del loro peso) vi restano 10 giorni durante i quali vengono periodicamente rimescolati. Una volta scolati vengono posti nuovamente sotto sale (circa il 20% del loro peso) per altri 10 giorni. Alla fine di questo secondo passaggio sono pronti per essere consumati.

I capperi di Pantelleria IGP sono rigorosamente conservati al sale marino.

In epoca moderna, le prime notizie specifiche appaiono nel saggio del professore Pietro Calcara Breve cenno sulla Geognosia ed Agricoltura dell’isola di Pantelleria edito a Palermo nel 1855 sul “Il Giornale della Commissione d’Agricoltura e Pastorizia in Sicilia”. E nel suo Cenni storici su Pantelleria (1908), Pietro Brignone Boccanera afferma che a partire dalla seconda metà del XIX secolo “… andò coltivandosi il cappero e l’isola raggiunse la produzione di 600 quintali di capperi”.

Sono anche lodati da alcuni scrittori, come ad esempio Carlo Volonté che nel suo volume Ricette pratiche ha scritto: « … ed anzi è proprio l’Italia che vanta i migliori capperi del mondo: sono quelli dell’isola di Pantelleria, dove oltre a crescere splendidi allo stato spontaneo, i capperi vengono coltivati su ampia scala… ».

Sono gli ingredienti di molti piatti della cucina siciliana ad esempio la caponata di verdure chiamata sciakisciuka a Pantelleria o l’immancabile insalata pantesca. Di solito, per non perdere il loro aroma molto intenso non sono cotti, ma si aggiungono a fine cottura per essere solo leggermente scaldati. Tritati possono anche aromatizzare tartare di pesce, di carne o sughi di pomodoro.

Feb13

Il Moscato di Pantelleria

Il Moscato di Pantelleria (sinonimo Zibibbo) è prodotto con la cultivar Moscato d’Alessandria, come tutti i moscati ha aromi tipici di moscato, dovuti principalmente a alcuni terpeni, di cui il linalolo è in questo vino il maggior rappresentante; se ne può avere un’idea anche masticando l’uva Italia e ponendo attenzione all’aroma retrolfattivo che si sprigiona.

Capo Zebib sembra sia il luogo di origine, di fronte Pantelleria in Africa, che rimanda ad un’importazione araba. Le fonti, a tal proposito, sono il Mendolia. Altre fonti, il Salomon, individuano l’origine in Alessandria d’Egitto da dove il nome di Moscato d’Alessandria.

Il Cupani per primo cita lo Zibibbo di Sicilia nell’anno 1696, ma c’era chi molto prima sottolineava il fatto che gli arabi chiamassero tale tipo di vite Zibibi. Il Nicosia vede nel M.d’A. una varietà di vite ideale per le pergole (1735).

Se nell’Ottocento lo Zibibbo era diffuso a Pantelleria fu di certo il Novecento a sancire l’exploit infatti è di questo periodo una produzione di poco inferiore agli 80.000 q.li di uva e poco meno di 15.000 hl di vino moscato (Scarponi). Tale cultivar tuttora continua ad essere la prima nella realizzazione di nuovi impianti.

Nel 2014 lo zibibbo di Pantelleria è stato inserito tra i patrimoni orali e immateriali dell’umanità dell’Unesco.
Il Moscato di Pantelleria è un vino a DOC che può essere prodotto esclusivamente nell’Isola di Pantelleria in provincia di Trapani.
Vitigni con cui è consentito produrlo
Zibibbo al 100%

Punta di Suvaky
Dic09

PUNTA DI SUVAKY

Tratto costiero a ridosso di Cimillia sul versante Sud Ovest dell’isola, è compreso fra Punta Fram e Cala dell’altura. La zona è pianeggiante è sicuramente una delle zone in cui si è costruito di più negli ultimi anni. Moltissime sono le villette di turisti e di residenti, molte rispettano l’architettura dei dammusi altre meno, ciò nonostante la zona conserva un aspetto gradevole ed armonioso, prevalgono i colori del nero delle rocce vulcaniche ed il giallo dei terreni costieri abbandonati.

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L’accesso al mare ed alla scogliera sono abbastanza comodi,vi si arriva percorrendo la strada che da Pantelleria porta a Scauri ed imboccando un sentiero sterrato, da percorrere a piedi, poco prima del bivio per contrada Madonna delle Grazie.
Il centro abitato di riferimento per negozi ed altro è Pantelleria. Anche in questa zona avere un mezzo di locomozione è indispensabile, in alternativa si possono utilizzare gli autobus che collegano Pantelleria con Scauri-Rakhale, che passano sulla strada perimetrale.

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Dic03

CALA DI NIKA'

Si trova nella parte meridionale dell’isola, merita una particolare attenzione perché dall’insenatura sotto il costone sgorga dagli scogli una sorgente di acqua termale, la temperatura dell’acqua, che subito si mescola con quella di mare, raggiunge i 70° C (si aggira tra gli 85 e i 100°C). L’acqua scorre anche in piccole vasche naturali delimitate da scogli, nelle quali è possibile immergersi e goderne le virtù terapeutiche. Nelle vicinanze si trovano piccoli depositi di zolfo, incrostazione di silice idrata e di allume. Per raggiungere la scogliera via terra è necessario percorrere un lungo e ripido sentiero fra gli arbusti e le rocce; se invece si arriva in barca via mare, si raggiunge poi a nuoto la zona dell’acqua termale.

Cala di Nikà

Nelle vicinanze verso ovest si trova il piccolo porto raggiungibile dalla perimetrale attraverso una strada sterrata e un po’ dissestata, che è bene percorrere a piedi o con un fuoristrada.

IMMERSIONE
Si scende verso il fondo seguendo la cima dell’ancora, poiché la corrente in superficie di solito è molto forte, raggiunto il fondo si prosegue verso la parete esterna della secca, la roccia presenta varie spaccature dove albergano murene, musdee, aragoste, i pesci pelagici (ricciole, dentici) fanno capolino a mezz’acqua verso il sommo, immersione impegnativa.

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Nov09

Pantelleria è un posto bellissimo di una bellezza unica, verdissima, con colori pieni e contrastanti, con panorami mozzafiato. è la quarta isola italiana per estensione quindi non è piccola. avrai bisogno di un mezzo per muoverti, da noleggiare in loco.

Da non perdersi la Balata dei turchi, l’arco dell’ Elefante e Nicà; poi c’è la Montagna Grande. la grotta di Benikulà, a Sibà, dove poter fare la sauna, con un delizioso panorama che si gode lungo il viottolo di accesso. dove guardando verso ovest, si vedono le coste tunisine.

ARCO DELL'ELEFANTE

ARCO DEL'ELEFANTE

Insieme al Faraglione di Punta Tracino costituisce una delle maggiori attrattive dell’™isola. Promontorio a forma di elefante che si abbevera nelle acque marine, è un tratto di costa mediamente bassa e liscia. Molto frequentato sia per l’indiscussa bellezza che per la facilità d’accesso.
BUE MARINO

BUE MARINO

E’la prima discesa a mare, imboccando la strada che dal centro abitato di Pantelleria va verso Khamma, un cartello ne facilita l’individuazione. Qui la scogliera è bassa e liscia, quindi particolarmente indicata per bambini e non nuotatori.
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CALA CINQUE DENTI

Baia molto suggestiva, le cui acque cristalline vanno dal turchese al verde smeraldo. Meta preferita dalle imbarcazioni nelle giornate estive in cui soffiano i venti meridionali. Il fondale, così come la costa, è costituito da massi franati dal costone, di conseguenza l’accesso via terra non è dei più semplici, essendo molto ripido. Anche l’accesso al mare non è dei più facili e la spiaggia non è adatta ai bambini.
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CALA COTTONE

Piccola baia di massi più o meno levigati dal mare, raggiungibile attraverso un sentiero dopo circa 20 minuti di cammino. Consigliato agli amanti delle passeggiate in mezzo al verde dell’incontaminata macchia mediterranea. Prende il nome dal fatto che, molto probabilmente, la cala veniva utilizzata come porticciolo dal quale partivano i carichi di cotone prodotto sull’isola. Qui si trova anche una delle tante ” Buvire ” sparse sull’isola.
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CALA GADIR

Antico borgo marinaro con annesso porticciolo dal fondale sassoso. L’attrazione principale è rappresentata dalle acque termali che sono frequentate durante tutto l’anno. Non esiste uno stabilimento termale e ci si deve accontentare di immergersi in alcune vasche al livello del mare, ricavate nei punti di affioro naturale. Ciò, comunque, nulla toglie agli effetti terapeutici delle acque. La presenza di piattaforme in cemento e un fondale che degrada dolcemente permettono di immergersi anche a nuotatori poco esperti. In questa cala è anche possibile organizzarsi un ormeggio temporaneo per piccole imbarcazioni ed usufruire di uno scivolo per le barche.
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CALA LEVANTE

Insieme all’Arco dell’Elefante costituiscono le località balneari più frequentate sia per la bellezza che per la facilità d’accesso. L’accesso al mare è comodo ed è una zona di mare adatta anche ai bambini. Sia a Cala Levante che a Cala Tramontana sono state realizzate piattaforme in cemento per sopperire alla scomodità della scogliera. Il fondale degrada dolcemente e permette, anche a nuotatori poco esperti, di immergersi nelle acque cristalline. Da giugno a settembre è in funzione un bar tavola calda. Da Cala Levante è possibile ammirare il vicino Faraglione, meta preferita da molti sub per spettacolari immersioni. Entrambe le cale vengono utilizzate da turisti e residenti per l’ormeggio temporaneo di gommoni e gozzi, grazie anche al comodo scivolo per la discesa e la risalita delle barche di piccole dimensioni. A Cala Tramontana si trova una Buvira con acqua tiepida.
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GROTTA DI SATARIA

Conosciuta sin dall’antichità per l’indiscussa qualità delle sue acque termali, la leggenda racconta che qui si incontrassero la Dea Calipso ed Ulisse. L’acqua calda, che raggiunge i 40°C , viene fatta confluire in apposite vasche, due all’interno della grotta ed una più grande esterna e comunicante col mare. Anche qui come a Gadir non esiste uno stabilimento termale.
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KARUSCIA

Dopo aver lasciato la macchina o lo scooter nella vicina e comoda area di parcheggio antistante basta percorrere a piedi un sentiero che si immette direttamente sulla scogliera. L’accesso al mare è abbastanza agevole e comodo, la scogliera degrada dolcemente ed è consigliato a chi ha bambini.

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KHATTIBUALE

Lungo tratto di costa costituito da una spiaggetta di ciottoli e da una parte bassa e pianeggiante che degrada dolcemente, comoda per i bambini, e successivamente da un lungo tratto basso e frastagliato non molto comodo per l’accesso in acqua visto che la struttura del fondale si presenta a canali. Qui è possibile trovare anche un ampia zona parcheggio in coincidenza della quale viene segnalata una delle due discese a mare, la più comoda. L’altra, non segnalata, la si trova nelle vicinanze del bivio per il Lago.
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LAGHETTO DELLE ONDINE

Caratteristico laghetto di acqua salata, alimentato dal mare che, durante le mareggiate sale infrangendosi sulla scogliera. E’ raggiungibile sia via mare che via terra da località Punta Spadillo seguendo glia appositi cartelli di segnalazione . Per chi ama il tracking e le viste suggestive è raggiungibile anche dal nuovo sentiero realizzato dall’azienda Foreste Demaniali con accesso da Cala Cinque Denti. Consigliato a chi ama posti particolari, il laghetto non è molto profondo, al contrario del tratto di mare antistante caratterizzato anche da correnti molto forti.
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MARTINGANA

Tratto di costa alto e frastagliato consigliato agli amanti delle immersioni. Il mare antistante è infatti uno dei più belli dell’isola anche se l’accesso non è dei più semplici, meglio avere delle scarpe comode per percorrere i sentieri, che permettono di raggiungere la scogliera e per immergersi in acqua. La bellezza e la tranquillità del posto ripagano delle eventuali difficoltà.
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MURSIA

Tratto di costa basso e liscio di facile accesso, comodo anche per i bambini. La discesa a mare è segnalata, vi si arriva percorrendo la strada che da Pantelleria porta a Scauri ed imboccando un sentiero in sterrato, da percorrere a piedi, poco prima del bivio per contrada Madonna delle Grazie.
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PUNTA DI NICA'

Questa località merita particolare attenzione in quanto nell’insenatura sotto il costone sgorga dagli scogli una sorgente di acqua termale, dove la temperatura raggiunge anche i 70°C. Per raggiungere la scogliera via terra è necessario percorrere un lungo sentiero tra gli arbusti e le rocce, altrimenti via mare a nuoto, se si arriva sul posto in barca.
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PUNTA DI SUVAKY

Tratto di costa basso e liscio di facile accesso, comodo anche per i bambini. La discesa a mare è segnalata, vi si arriva percorrendo la strada che da Pantelleria porta a Scauri ed imboccando un sentiero in sterrato, da percorrere a piedi, poco prima del bivio per contrada Madonna delle Grazie.
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PUNTA GATTARA

Tratto di costa con discesa a mare facilmente individuabile poco prima della baia di Cala Cinque Denti. Per accedere al mare e possibile lasciare la macchina nella zona parcheggio appena realizzata e percorrere la discesa ricavata tra gli scogli. Qui la scogliera si presenta abbastanza liscia e bassa, anche se il tratto di mare antistante è già profondo 4 o 5 metri.
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PUNTA KARACE

Tratto di costa mediamente basso e liscio vi si accede dalla perimetrale imboccando una discesa, subito dopo il bivio per Cala Gadir, in fondo alla quale è possibile lasciare la macchina per proseguire a piedi lungo un breve sentiero che porta ad una scalinata ricavata nella roccia. Non appena si arriva sulla scogliera, il versante destro è il più agevole, poichè le rocce sono levigate e comode. L’accesso al mare è abbastanza facile, anche se poco adatto ai bambini. Il mare è limpido e ricco di ricci e polpi. La costa non è molto frequentata.
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PUNTA LIMARSI

Costituiscono due dei pochi punti della costa sud raggiungibili da terra. L’accesso comunque non è dei più facili visto che gran parte della strada è ancora in sterrato e si presenta un può dissestata. L’accesso alla scogliera è possibile comunque dopo aver percorso un breve sentiero sia per il raggiungimento di Punta li Marsi, dove è situato uno dei quattro fari dell’isola, sia per Balata dei Turchi. Quest’ultima sicuramente è uno dei tratti di costa più pianeggianti, ma l’accesso in acqua non è dei più semplici, meglio essere esperti nuotatori.
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SCAURI SCALO

Tratto della costa ovest basso e frastagliato ma di facile accesso, comodo anche per i bambini. Ci troviamo qui vicini al porto di Scauri, secondo porto dell’isola.
Nov05

IL LAGO SPECCHIO DI VENERE DI PANTELLERIA

Un ottimo trampolino di lancio per una vacanza all’insegna del relax, un rifugio naturalistico che vi incanterà al primo sguardo. È questo che si vocifera sul lago di Venere di Pantelleria, una delle principali sorgenti termali che l’isola offre, una distesa d’acqua limpida in cui si vanno a creare, in base ai momenti della giornata, sensazionali contrasti cromatici, un’oasi termale dalle acque ricche di proprietà terapeutiche e minerali che sgorgano a temperature parecchio elevate soprattutto sul lato in cui queste ultime tacitamente si ritirano offrendo ai tanti visitatori una fanghiglia benefica per il corpo.

Lago di Venere

Oltre ad essere una delle tante attrazioni dell’isola, lo Specchio di Venere, dunque, si presenta come un vero e proprio eden incontaminato situato a nord est dell’isola di Pantelleria, alimentato dalla pioggia e dalle sorgenti termali che ne caratterizzano l’origine. Immerso nel verde, nel silenzio, nella natura, circondato da alte pareti a strapiombo e terrazzamenti coltivati a vigneto attorniati da una vegetazione estremamente rigogliosa. Alcuni lo considerano un’ottima alternativa al mare nei giorni il cui le cattive condizioni climatiche non garantiscono un sereno tuffo presso le acque dell’isola; un luogo prediletto anche dai bambini che si divertono a giocare sulle rive dell’incantevole bacino lacustre.

È un luogo magico dall’aspetto variegato, coinvolgente, quasi scenografico, assai caro a Venere, la dea dell’amore e della bellezza, che un tempo si crede specchiasse la propria bellezza presso le acque misteriose del lago prima di ogni incontro d’amore con Bacco.

Un luogo che merita indubbiamente di essere visitato in qualsiasi momento della giornata, al chiaro di luna è senz’altro uno spettacolo maestoso. Considerato da alcuni una gemma preziosa dalla bellezza fulminante che sembra rapire i cuori di chi si fermi anche solo un momento ad osservarlo e che contribuisce a rendere quella che a Pantelleria non può che essere una vacanza splendida.

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Il lago vulcanico dove fare il bagno, prendere il sole, passeggiare, correre ma soprattutto godere del bagno sulfureo e dei fanghi.
“Dopo il bagno sulfureo caldo, raccogli il benefico fango dal fondo del Lago e spalmalo su tutto il tuo corpo, anche sul cuoio capelluto! Poi lascia seccare il fango godendoti una bella passeggiata…”

Ott16
L’origine vulcanica di Pantelleria spiega le spettacolari colonne di vapore che potrete vedere fuoriuscire dai molti crepacci che si aprono nella roccia: sono le cosiddette “Favare”. Alla stessa causa sono da attribuire le saune naturali, le cosiddette “Stufe”, in cui le emanazioni di vapore raggiungono temperature altissime. Tra le molte sorgenti di acque termali presenti sull’isola, la più importante è lo Specchio di Venere.
Tutta la parte che si allunga da nord-est a sud-ovest è piuttosto rocciosa e scende a picco sul mare. La parte nord-occidentale è invece più pianeggiante e collinare.
La particolarità dell’isola risiede proprio nella varietà dei suoi paesaggi. Circondata da un mare cristallino e da coloratissimi fondali, racchiude al suo interno un territorio piuttosto aspro, in cui l’uomo è tuttavia riuscito a coltivare la vite, e una Riserva Naturale Orientata che si estende dal centro dell’isola fino alla costa.
STORIA
Fin dal neolitico, l’isola fu abitata da un popolo proveniente probabilmente dalla Tunisia. Già a quel tempo Pantelleria era un luogo di particolare importanza per l’abbondante presenza di ossidiana, il materiale più usato nella preistoria. A questo periodo risalgono alcuni monumenti funerari. Nel VII sec. a.C. fu colonizzata dai Fenici che la usarono per i loro commerci come ponte tra l’Africa e la Sicilia.

dammusotipicoContesa durante le guerre puniche, fu poi conquistata dai Romani, dai Bizantini e, nel ‘700, dagli Arabi che la chiamarono “Bent el Rion – Figlia del vento”.
dammusiLa lunga dominazione Araba ha lasciato segni profondi nella lingua, nelle usanze e nelle tradizioni dell’isola. Ad essi si devono anche la costruzione dei Dammusi, le caratteristiche abitazioni di Pantelleria in pietra lavica con il tetto a cupola. Da allora, Pantelleria seguì la sorte dell’intera Sicilia. Per la sua posizione strategica nel Mediterraneo, durante la seconda guerra mondiale, subì un pesante bombardamento che distrusse gran parte dell’abitato.

UN PO’ DI CURIOSITA’
La morfologia dell’isola non regala neanche una insenatura naturalmente protetta dai venti: il versante dove andare a farsi un bagno lo sceglie madre natura, decidendo in quale direzione far soffiare il vento. A Pantelleria non esistono spiagge. La sabbia non è l’elemento di Pantelleria, ma lo sono le rocce plasmate dal mare e dal vento che diventano i “lettini” naturali per prendere il sole e fare un tuffo in acqua a rinfrescarsi.

Per gli irriducibili della sabbia, consigliamo allora di andare al lago vulcanico specchio di Venere dove un surrogato di spiaggia insieme a delle splendide fonti termali vi lasceranno a bocca aperta di fronte a tale teatro naturalistico.
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