Vacanze a Pantelleria

Mar28

Le Favare di Pantelleria

Il paesaggio delle Favare vi lascerà a bocca aperta: un mix di roccia e vegetazione da cui escono getti di vapore acqueo. Ci troviamo sulle pendici della Montagna Grande e per arrivarci dobbiamo percorrere un sentiero che parte da Rekhale.

Le rocce da cui fuoriescono i vapori hanno assunto nel tempo un colore rossastro.

I contadini, un tempo, hanno costruito un sistema di canalizzazione ricavato naturalmente nella roccia per permettere di raccogliere l’acqua in vasche da utilizzare per abbeverare gli animali.

Le Favare sono getti di vapore d’acqua che possono raggiungere anche i 100°C e che fuoriescono da fessure della roccia ad intermittenza, accompagnati qualche volta da emissione di anidride solforosa e da acido solfidrico.

Le rocce alterate dai gas acidi e dal vapor d’acqua caldo hanno assunto nelle vicinanze delle bocche un color rossastro-mattone, visibile già da lontano.

Il vapore a contatto con l’aria più fredda si condensa in goccioline d’acqua che, con un primitivo sistema di canalizzazione, viene raccolta in piccole vasche scavate nella roccia ed utilizzata per abbeverare gli animali da allevamento.

Alla Favara Grande, i contadini, per favorire ed aumentare la condensazione del vapore, hanno ricoperto le bocche terminali con canne e rami secchi di alberi

Feb13

Il Cappero di Pantelleria

Il cappero è un arbusto con un’altezza media di 30–50 cm con dei fiori molto vistosi bianchi e rosa con punte di viola.

Tra la fine di maggio e settembre comincia la fioritura e con essa la raccolta dei bottoni floreali non ancora aperti. Devono essere raccolti in modo tempestivo, prima dell’alba e appena germogliati. Quelli di dimensioni minori divengono, dopo la maturazione, il prodotto migliore.

Una volta raccolti vengono messi a maturare in salamoia in sale marino. La maturazione è un passaggio obbligato, allo stato fresco i capperi sono amari e di gusto sgradevole. I capperi messi a maturare nel sale marino (circa il 40% del loro peso) vi restano 10 giorni durante i quali vengono periodicamente rimescolati. Una volta scolati vengono posti nuovamente sotto sale (circa il 20% del loro peso) per altri 10 giorni. Alla fine di questo secondo passaggio sono pronti per essere consumati.

I capperi di Pantelleria IGP sono rigorosamente conservati al sale marino.

In epoca moderna, le prime notizie specifiche appaiono nel saggio del professore Pietro Calcara Breve cenno sulla Geognosia ed Agricoltura dell’isola di Pantelleria edito a Palermo nel 1855 sul “Il Giornale della Commissione d’Agricoltura e Pastorizia in Sicilia”. E nel suo Cenni storici su Pantelleria (1908), Pietro Brignone Boccanera afferma che a partire dalla seconda metà del XIX secolo “… andò coltivandosi il cappero e l’isola raggiunse la produzione di 600 quintali di capperi”.

Sono anche lodati da alcuni scrittori, come ad esempio Carlo Volonté che nel suo volume Ricette pratiche ha scritto: « … ed anzi è proprio l’Italia che vanta i migliori capperi del mondo: sono quelli dell’isola di Pantelleria, dove oltre a crescere splendidi allo stato spontaneo, i capperi vengono coltivati su ampia scala… ».

Sono gli ingredienti di molti piatti della cucina siciliana ad esempio la caponata di verdure chiamata sciakisciuka a Pantelleria o l’immancabile insalata pantesca. Di solito, per non perdere il loro aroma molto intenso non sono cotti, ma si aggiungono a fine cottura per essere solo leggermente scaldati. Tritati possono anche aromatizzare tartare di pesce, di carne o sughi di pomodoro.

Feb13

Il Moscato di Pantelleria

Il Moscato di Pantelleria (sinonimo Zibibbo) è prodotto con la cultivar Moscato d’Alessandria, come tutti i moscati ha aromi tipici di moscato, dovuti principalmente a alcuni terpeni, di cui il linalolo è in questo vino il maggior rappresentante; se ne può avere un’idea anche masticando l’uva Italia e ponendo attenzione all’aroma retrolfattivo che si sprigiona.

Capo Zebib sembra sia il luogo di origine, di fronte Pantelleria in Africa, che rimanda ad un’importazione araba. Le fonti, a tal proposito, sono il Mendolia. Altre fonti, il Salomon, individuano l’origine in Alessandria d’Egitto da dove il nome di Moscato d’Alessandria.

Il Cupani per primo cita lo Zibibbo di Sicilia nell’anno 1696, ma c’era chi molto prima sottolineava il fatto che gli arabi chiamassero tale tipo di vite Zibibi. Il Nicosia vede nel M.d’A. una varietà di vite ideale per le pergole (1735).

Se nell’Ottocento lo Zibibbo era diffuso a Pantelleria fu di certo il Novecento a sancire l’exploit infatti è di questo periodo una produzione di poco inferiore agli 80.000 q.li di uva e poco meno di 15.000 hl di vino moscato (Scarponi). Tale cultivar tuttora continua ad essere la prima nella realizzazione di nuovi impianti.

Nel 2014 lo zibibbo di Pantelleria è stato inserito tra i patrimoni orali e immateriali dell’umanità dell’Unesco.
Il Moscato di Pantelleria è un vino a DOC che può essere prodotto esclusivamente nell’Isola di Pantelleria in provincia di Trapani.
Vitigni con cui è consentito produrlo
Zibibbo al 100%

Nov05

IL LAGO SPECCHIO DI VENERE DI PANTELLERIA

Un ottimo trampolino di lancio per una vacanza all’insegna del relax, un rifugio naturalistico che vi incanterà al primo sguardo. È questo che si vocifera sul lago di Venere di Pantelleria, una delle principali sorgenti termali che l’isola offre, una distesa d’acqua limpida in cui si vanno a creare, in base ai momenti della giornata, sensazionali contrasti cromatici, un’oasi termale dalle acque ricche di proprietà terapeutiche e minerali che sgorgano a temperature parecchio elevate soprattutto sul lato in cui queste ultime tacitamente si ritirano offrendo ai tanti visitatori una fanghiglia benefica per il corpo.

Lago di Venere

Oltre ad essere una delle tante attrazioni dell’isola, lo Specchio di Venere, dunque, si presenta come un vero e proprio eden incontaminato situato a nord est dell’isola di Pantelleria, alimentato dalla pioggia e dalle sorgenti termali che ne caratterizzano l’origine. Immerso nel verde, nel silenzio, nella natura, circondato da alte pareti a strapiombo e terrazzamenti coltivati a vigneto attorniati da una vegetazione estremamente rigogliosa. Alcuni lo considerano un’ottima alternativa al mare nei giorni il cui le cattive condizioni climatiche non garantiscono un sereno tuffo presso le acque dell’isola; un luogo prediletto anche dai bambini che si divertono a giocare sulle rive dell’incantevole bacino lacustre.

È un luogo magico dall’aspetto variegato, coinvolgente, quasi scenografico, assai caro a Venere, la dea dell’amore e della bellezza, che un tempo si crede specchiasse la propria bellezza presso le acque misteriose del lago prima di ogni incontro d’amore con Bacco.

Un luogo che merita indubbiamente di essere visitato in qualsiasi momento della giornata, al chiaro di luna è senz’altro uno spettacolo maestoso. Considerato da alcuni una gemma preziosa dalla bellezza fulminante che sembra rapire i cuori di chi si fermi anche solo un momento ad osservarlo e che contribuisce a rendere quella che a Pantelleria non può che essere una vacanza splendida.

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Il lago vulcanico dove fare il bagno, prendere il sole, passeggiare, correre ma soprattutto godere del bagno sulfureo e dei fanghi.
“Dopo il bagno sulfureo caldo, raccogli il benefico fango dal fondo del Lago e spalmalo su tutto il tuo corpo, anche sul cuoio capelluto! Poi lascia seccare il fango godendoti una bella passeggiata…”

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